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IL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO
La caratteristica principale del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è la presenza di ossessioni e compulsioni. Le ossessioni sono pensieri intrusivi (oppure immagini, o impulsi), che si presentano alla mente del paziente contro la sua volontà e vengono vissuti come qualcosa di molto disturbante ed estraneo alla propria identità personale. L’individuo cerca di opporvisi attivamente, cosciente che tali pensieri sono prodotti dalla propria mente. I pensieri ossessivi hanno spesso un contenuto violento, sessuale, o religioso, oppure si presentano sotto forma di dubbi e ruminazioni riguardo alla contaminazione.
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Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi, osservabili (overt) oppure mentali (covert), emessi in risposta alle ossessioni allo scopo di ridurre il distress o di prevenire il verificarsi di qualche evento temuto. Le compulsioni di tipo covert includono il contare, pregare, o pensare in maniera particolare; quelle overt invece implicano il lavare, riordinare le cose, controllare o ripetere azioni per un certo numero di volte. I pazienti possono avere delle regole o delle modalità particolari per realizzare i rituali.
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Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo tende ad avere un esordio graduale, e nel 75% dei casi prima dei 30 anni. Il decorso è cronico, con peggioramento della sintomatologia in seguito a eventi stressanti e il tasso di remissione spontanea è minimo. Circa il 15% dei casi presenta un progressivo deterioramento socio-lavorativo, il 5% ha un decorso episodico e circa il 60-80% migliora in seguito a un trattamento efficace. Il tipo di comportamenti compulsivi può cambiare col tempo. Se non trattato il DOC può inficiare la qualità della vita, impattando sul funzionamento relazionale e lavorativo.
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Gli studi scientifici attuali mostrano che gli unici trattamenti che hanno dato prova di efficacia sono la terapia farmacologica e la terapia cognitivo-comportamentale (NCCMH, 2011). La Terapia Cognitivo Comportamentale si serve di:
Interventi psicoeducativi: al paziente vengono fornite nuove modalità di lettura di pensieri e stati d’animo.
Tecniche di esposizione: si stabiliscono con il paziente graduali step per affrontare l’evento o la situazione temuti, in modo da confrontarsi con le paure temute in diversi contesti, solitamente da quello meno fastidioso al più spaventoso.
Eliminazione dei comportamenti di controllo: a volte talmente abituali da risultare automatici, i comportamenti di controllo sono tutte le azioni messe in atto per prevenire l’evento temuto (evitare di andare in certi luoghi, di trovarsi in determinate situazioni, …). Spesso sono proprio i costi che le strategie di controllo implicano a convincere la persona del bisogno di aiuto.
Ristrutturazione cognitiva: si identificano e discutono i pensieri che mantengono la sintomatologia ansiosa, ad esempio le convinzioni di pericolo o la tendenza a catastrofizzare un evento spiacevole.